
Il Trinity College, la Old Library e gli echi delle storie di Sally Rooney
Ero a Paris-Beauvais, un aeroporto triste quanto rassicurante, in attesa del mio volo per Dublino. Da Relay solo qualche rivista e una scelta di libri limitata. Tra questi l’edizione inglese di Intermezzo di Sally Rooney. In Italia era uscito da poco, un paio di mesi. Decido di comprarlo anche se mi sento un po’ in imbarazzo nel farlo: so già che una volta arrivata a Dublino farò tappa al Trinity College dove Marianne e Connell i protagonisti di Normal People - sempre di Sally Rooney - hanno studiato all’università come l’autrice stessa. È il gesto a mettermi in imbarazzo: comprare quel libro proprio prima di arrivare in Irlanda è un po’ come essere una fan sfegatata di Sally Rooney ma oramai è andata così.

Per molti lettori dell’autrice, Dublino e l’Irlanda in generale hanno acquisito più fascino e curiosità grazie ai suoi libri tutti ambientati tra la capitale e alcuni luoghi dell’Irlanda come la contea di Sligo e Kildare. Normal People è diventato talmente tanto popolare grazie anche all’omonima serie tv diretta da Lenny Abrahamson e sceneggiata da Sally Rooney, Alice Birch e Mar O’Rowe, che per qualche tempo è esistita un’app chiamata Normal People Locations che permetteva di seguire e scoprire i luoghi in cui la serie tv era stata girata. Un’idea bizzarra e curiosa allo stesso tempo.
La prima parte del romanzo è ambientata a Sligo: Marianne proviene da una famiglia ricca, ha ottimi voti ma i suoi compagni di liceo l’hanno presa di mira, al contrario Connell arriva da un contesto famigliare più umile ed è popolare a scuola. I due iniziano ad avvicinarsi quando Connell va a prendere sua madre che lavora come domestica a casa di Marianne. Nel corso della narrazione, ci si sposta poi a Dublino: Marianne e Connell si trasferiscono nella grande città per studiare. Qui le cose si capovolgono, se Marianne diventa popolare e sicura di sé, Connell è più introverso e silenzioso.
Dublino diventa il teatro del romanzo: le feste e i dibattiti negli alloggi degli studenti, le strade della città, la Hugh Lane Gallery e il Trinity College. Il Trinity College è l’università più antica di Irlanda, fondata dalla Regina Elisabetta I nel XVI secolo la cui struttura è stata pensata ispirandosi ai modelli di Cambridge e Oxford. E qui che Marianne e Connell si incontrano, tra i corridoi dell’università, nel Robert Emmet Theatre, tra le fredde mura di cemento della Berkely Library, nella Douglas Hyde Gallery e il Samuel Beckett Theatre, nei i campi dove Connell gioca a cricket.

Eccomi finalmente al Trinity College: trovandosi nel Parliament Square, la maestosa piazza lastricata al centro dell’edificio, tra il vento umido che soffia e il freddo tagliente, effettivamente il luogo assume subito un aspetto suggestivo e imponente. Nella piazza si trova un campanile alto 30 metri le cui campane suonavano solo per annunciare i pasti e gli esami. E qui che hanno studiato Oscar Wilde, Jonathan Swift, Samuel Beckett, Mary Robinson e Mary McAleese. Anche se non è la biblioteca che vediamo nella serie tv, la sala più magnificente di tutto il College è la Old Library lunga 65 metri e per questo motivo detta anche Long Room. È suddivisa su due piani con enormi scaffali di rovere scuro che conservano più di 200.000 libri che ciclicamente vengono restaurati da professionisti. La biblioteca continua a crescere di giorno in giorno perché dal 1801 riceve una copia di ogni libro pubblicato in Gran Bretagna e Irlanda.
Percorrendo il corridoio della biblioteca, si incontrano sui lati i busti in marmo di celebri filosofi e scrittori: il primo fu commissionato nel 1743. Nella sala spicca anche l’arpa irlandese più antica realizzata in legno di salice e dotata di 29 corde in ottone. Si pensa sia appartenuta a Brian Boru, un importante sovrano dell’XI secolo, ed è diventata uno dei simboli nazionali e della Proclamazione della Repubblica d’Irlanda, tanto che la ritroviamo ovunque: come simbolo della Guinness e nelle forme inconfondibili del Beckett Bridge. Inoltre la biblioteca conserva anche il celebre Book of Kells, un manoscritto del IX secolo realizzato dai monaci celtici del tempo contenente i quattro vangeli e preziosamente ricoperto di gemme, miniature e illustrazioni. Il libro prende il nome di Kells per l’omonima cittadina situata nella contea di Meath dove fu conservato per gran parte del Medioevo.

Tra il passato che si conserva con prepotenza ed eleganza e le nuove generazioni che camminano tra i corridoi del college e si sfidano nei campi da cricket, è istintivo voler ambientare parte di un romanzo qui, dove soffia un vento di storia, arte e cultura. A tenere tutto ancora più unito, nella Long Room si trova Gaia l’opera d’arte di Luke Jerram che presenta immagini della superficie terrestre della NASA. E un gigante pianeta fluttuante nella Old Library che illumina i soffitti e le lunghe pareti in rovere, una scultura che regala un senso di infinitezza: tra quello che c’è stato e quello che verrà.
In copertina: La Long Room del Trinity College.
Vivian Barbullushi dopo essersi diplomata in pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro, si laurea in Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo e nel Master in Storytelling & Performing Arts della Scuola Holden. È autrice freelance, sceneggiatrice cinematografica e docente di Corporate Storytelling.